Cosa fare quando i figli adulti non rispettano i genitori

Ultimo aggiornamento: 29.03.24

 

Gli attriti tra le due generazioni sono comuni e spesso utili per permettere il passaggio verso la vita adulta, ma fino a che punto è funzionale il conflitto tra genitori e figli?

 

Quello delle relazioni tra genitori e figli è un tema delicato, lo è ancora di più quando ci sono tensioni tra le parti. Non è facile tracciare il limite che può portare alla rottura del rapporto né definire cosa fare quando i figli adulti non rispettano i genitori. Non esiste una ricetta valida per tutti, che possa porre fine a questo tipo di conflitto che è anche uno dei più archetipici del rapporto tra le persone.

Dalla nascita fino alla sua maturità ogni individuo conquista poco alla volta la propria autonomia fino a poter lasciare il proprio nido. Rimane un mistero quanto duri questo processo per l’essere umano. A seconda della cultura d’appartenenza cambiano i doveri di un figlio verso i genitori che non siano strettamente regolamentati dal codice civile.

Il ruolo del genitore è di accompagnare il figlio verso la conquista della propria autonomia, fatta di sicurezza e fiducia in se stesso. Non sempre il genitore è in grado di farlo al meglio, la buona notizia è che c’è sempre tempo per un ravvedimento e per trovare insieme una strada da percorrere per recuperare il tempo perduto.

Cosa significa farsi rispettare

È essenziale definire cosa significhi rispetto e determinare in che modo una delle due parti lo stia negando all’altra. I figli adulti che non parlano con i genitori rappresentano una manifestazione forte di questo scontro. Ma è importante indagarne le ragioni profonde e comprendere se figli che offendono i genitori manifestano un vero disagio o sono semplicemente egoisti.

Tanti genitori lamentano la mancanza di rispetto da parte dei figli ripetendo un pattern che hanno acquisito da bambini. In passato era consuetudine suddividere i ruoli familiari in base a presupposti rigidi all’interno della famiglia.

Oggi i ruoli del padre o della madre hanno subito una radicale trasformazione. Non è facile pretendere lo stesso cieco rispetto, o timore, da parte dei figli come avveniva in passato. I bambini e gli adolescenti hanno accesso a più spunti di autoconsapevolezza rispetto a quanti ne abbiano avuti i genitori durante la propria infanzia.

I libri per bambini sono spesso incentrati sul valore delle emozioni nella formazione personale e meno sul concetto del rispetto dell’autorità costituita. Offrono elementi utili da contrapporre per contestare l’autorità del genitore e affermare la propria individualità, già in tenera età.

Questa condizione che a seconda dei punti di vista può essere letta come un vantaggio per le nuove generazioni o il segno del decadimento dei tempi, si scontra sempre con un fattore: l’immaturità dell’individuo. I ragazzi non sono ancora fisiologicamente pronti ad affrontare il mare in tempesta e il cambiamento di rotta. In più, lo devono fare con un carico di consapevolezza spesso superiore alla loro capacità di comprensione.

Specie durante l’adolescenza i processi cognitivi subiscono una radicale trasformazione. Questo è l’ultimo passaggio dall’età dell’infanzia verso quella adulta. Da una parte la pulsione verso la conquista dell’autonomia personale fa a cazzotti con la sensazione di smarrimento del non poter più contare sul supporto dei genitori così com’è avvenuto durante i primi anni di vita.

Le diverse età del figlio

Non è facile fare il genitore, specie se si hanno alte aspettative e a propria volta grosse lacune emotive. Ma se non si sa come comportarsi con i figli adulti forse è il caso di ripensare a tutto il percorso fatto dalla loro nascita e chiedersi in quale momento si sia perso il contatto e la comunicazione reciproca.

L’ascolto rimane la chiave per instaurare un rapporto duraturo, di qualsiasi natura si tratti. Pensare che sia più semplice comprendere i bisogni dei neonati rispetto a quelli degli adolescenti non è esatto. Ogni età ha dei bisogni specifici che non vanno ignorati, ma che si manifestano con maggiore impeto e chiarezza nelle primissime fasi della vita. 

Man mano che si prosegue verso l’età adulta, le richieste reali e le vere necessità vengono censurate. Ma possono manifestarsi con comportamenti violenti e scatti di ira. Il padre o la madre che si sostituiscono agendo o decidendo al posto dei figli, sono genitori che offendono i figli adulti perché ne minano il loro sviluppo futuro.

 

Ricostruire il rapporto tra genitori e figli

Troppo facile a dirsi, vero? Spesso i comportamenti che svilupperanno gravi criticità nel futuro oggi sembrano innocue abitudini senza conseguenze. Per quanto esistano tante pubblicazioni e oggi si conosca meglio cosa succede in questo periodo è sempre una grave incognita decidere come affrontare l’adolescenza dei figli.

La buona notizia è che un rapporto tra genitori e figli si può sempre risanare, a patto di avere davvero la volontà di farlo. Non serve comprare la scrivania da gaming quello che conta è riuscire a mettere da parte rivalità e incomprensioni.

Tutelare se stessi come individui

Ma cosa fare se il figlio assume un atteggiamento violento ed è pericoloso per i genitori, magari anziani o più deboli? È utile in questi casi capire a chi chiedere aiuto e non pensare di essere i soli a vivere una situazione di disagio.

Il codice civile disciplina il comportamento da tenere per la prevenzione degli abusi familiari, anche quando sono commessi dal figlio contro madre, il padre o gli altri fratelli. Gli articoli 342 bis e ter prevedono la possibilità di ricorrere in Tribunale per chiedere al giudice un provvedimento detto “ordine di protezione” per allontanare l’elemento che mina la sicurezza e l’integrità fisica degli elementi della famiglia. Rivolgersi alle strutture sul territorio contro la violenza familiare può essere una strada impervia e causa di conflitti interiori. Ma potrebbe rivelarsi necessaria in alcuni casi.  

 

 

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