Pro e contro del metodo Montessori

Ultimo aggiornamento: 16.04.24

 

Maria Montessori è stata la più attenta a individuare le fasi di sviluppo del bambino e ha saputo delineare un metodo per favorirne la crescita

 

È la pedagogista che tutto il mondo prende a esempio per crescere bambini curiosi e sicuri di sé. Maria Montessori ha delineato un metodo che malgrado abbia già più di un secolo sulle spalle, rimane una pietra miliare della pedagogia mondiale. I principi teorizzati non sembrano soffrire il passare del tempo. Ma è importante conoscerli a fondo e comprenderli bene per applicarli nella loro vera essenza e ottenere da questo il massimo beneficio.

Il metodo di per sé, cristallino e puro, non traballa nemmeno sotto il peso delle nuove sfide del tutto diverse rispetto a quelle che affrontava la pedagogia oltre un secolo fa. Di fatto, si fonda su caratteristiche fisiologiche del funzionamento del cervello del bambino e seguendone la naturale inclinazione è possibile guidarlo attraverso uno sviluppo sano e al massimo del suo potenziale.

 

Favorire l’autonomia del bambino

Non è facile definire in poche battute le numerose competenze dell’ideatrice del Metodo. La sua formazione segue un percorso vario e di progressivo approfondimento, dalla laurea in medicina, la terza donna in Italia a suo tempo a conseguire questo titolo, alla seguente specializzazione in pedagogia e in filosofia. Quando nel 1909 la dottoressa Maria Montessori pubblica il celebre “Metodo della pedagogia scientifica applicato all’educazione infantile nelle Case dei Bambini” si rifà alla propria personale esperienza condotta su bambini disabili, allora detti frenastenici.

Gli ottimi risultati ottenuti lavorando con il suo Metodo su bambini disabili, potevano essere ripetuti su tutti gli altri. I risultati erano altrettanto stupefacenti con i bambini sani rispetto a quelli con disabilità di vario genere.

L’imperativo del metodo Montessori diventa favorire l’autonomia del bambino. “Aiutami a fare da solo” è il mantra che gli educatori montessoriani ripetono per evidenziare il fondamento della disciplina: favorire l’autoaffermazione della volontà del bambino. Per educare alla libertà gli educatori devono imparare a favorire la libera espressione del bambino nel contesto in cui vive, apprende e si sviluppa.

 

Assecondare la natura del bambino

Il bambino è un individuo in divenire non deve essere “coartato” cioè non serve che gli vengano imposte dall’alto regole che esso stesso già possiede. È convinzione della Montessori, ed è dimostrato anche dagli studi neurologici successivi, che il bambino dà significato e costruisce il mondo in cui appartiene secondo un ordine preciso. L’innato senso dell’ordine di cui parla Maria Montessori riguarda la necessità del cervello in pieno sviluppo di dare un significato alle cose e di collegarle secondo un preciso nesso relazionale.

Non serve insegnare l’ordine ai bambini, ma fare in modo che lo spazio in cui vivono ne favorisca la realizzazione. Per questo gli spazi in cui i bimbi vivono o si relazionano con i compagni in una scuola Montessori deve essere il più possibile sgombro.

È importante che gli oggetti con cui si relazionano i bimbi siano facilmente accessibili e abbiano un posto identificabile. Molto più facile offrire un metodo al bambino per comprendere come organizzare lo spazio in cui vive, invece di urlare di rimettere in ordine i giocattoli nella cameretta. Le attività Montessori comprendono anche l’esecuzione di compiti quotidiani, come apparecchiare la tavola a turno all’ora dei pasti, pulire e tenere in ordine l’ambiente in cui giocano e vivono.

Vantaggi del frequentare un asilo Montessori

Attratti dalla possibilità di offrire ai propri figli il giusto contesto in cui sviluppare il proprio talento e le capacità innate, tanti genitori scelgono per loro la scuola montessoriana. Di fatto questa scelta si rivela fortunata sotto tanti punti di vista. I bambini sono liberi di imparare seguendo i loro tempi, assecondando l’impulso naturale alla conoscenza dettato dalla curiosità. 

Ogni individuo, di qualsiasi specie vivente, si adatta alle regole dell’ambiente che lo circonda e non ha bisogno di essere costretto a farlo. A partire da questo principio evidente e inconfutabile, il metodo fa in modo di favorire il naturale approccio alla conoscenza. Sviluppando un’attitudine spontanea ad assecondare la scoperta seguendo la propria curiosità, il bambino diventa autore del proprio sapere e saper essere.

In questo processo, chiaramente, il bimbo non è lasciato da solo, gli educatori hanno il difficile compito di aiutare senza intervenire attivamente. Tanti libri per bambini sono scritti tenendo conto di questo principio, offrendo gli strumenti per leggere e interpretare la natura che li circonda ma senza dare delle risposte chiuse.

Nella Casa dei Bambini la Montessori elaborò i materiali che si usano ancora oggi per permettere ai più piccoli di toccare con mano la conoscenza. Questi oggetti, come la torre rosa, la scala marrone, sono solo i più noti tra gli elementi che servono per comprendere concetti base ma essenziali, come le differenze tra le dimensioni, le scale cromatiche, gli opposti.

 

Quali svantaggi legati al metodo

Va detto con fermezza che il metodo implica un grande lavoro sia da parte della scuola che da parte della famiglia. Il bambino deve vivere immerso in un ambiente coerente perché questo sistema sia efficace e non solo uno dei tanti usati per aiutare il lavoro degli insegnanti nel trasmettere la conoscenza.

I genitori devono quindi comprendere a fondo cos’è la pedagogia e in particolare quale sia il concetto sviluppato dalla Montessori. Per Maria Montessori il metodo educativo scolastico non è slegato dal contesto in cui i bambini vivono. La casa deve essere a misura di bambino, gli oggetti che la compongono gli devono essere sempre accessibili, il piccolo deve essere spronato a fare da sé.

Questo fatto comporta due conseguenze da non sottovalutare. Il genitore che si approccia a questo sistema deve comprenderlo a fondo. La sua presenza e la sua vigilanza sono essenziali e ancora più impegnative rispetto al metodo tradizionale in cui l’adulto tende a sostituirsi al bambino col “sei troppo piccolo, lascia fare a me”. Inoltre, il percorso segue lo studente fino alla scuola elementare e non mancano i casi di bambini che vivono il trauma del passaggio alla scuola tradizionale una volta approdati alle medie.

 

 

 

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