L’acido folico rappresenta la forma più stabile e biodisponibile della vitamina B9, un micronutriente essenziale per la sintesi del DNA e delle proteine che contribuisce al sano sviluppo del feto durante la gravidanza. Scopriamo tutti i benefici e i potenziali effetti avversi che possono derivare dall’assunzione di questa sostanza quando si è in dolce attesa.
Le vitamine sono nutrienti fondamentali per la salute e il benessere del nostro organismo in quanto coinvolte nella regolazione di alcune funzioni essenziali del metabolismo, svolgendo un ruolo chiave nella prevenzione di numerose patologie, tra cui diverse forme di anemia, disturbi del sistema nervoso e persino alcuni tipi di cancro.
Si dividono sostanzialmente in “vitamine idrosolubili”, ossia quelle molecole che il nostro corpo non è in grado di immagazzinare perché solubili nei liquidi cellulari e che devono, pertanto, essere assunte regolarmente attraverso l’alimentazione, e “vitamine liposolubili” che, al contrario, vengono accumulate come riserva nel fegato assieme ai grassi alimentari.
Nel primo gruppo rientra anche l’acido folico (noto anche come folina o vitamina B9), contenuta in elevate quantità nei cereali, nel lievito di birra, nel fegato e soprattutto nelle verdure a foglia verde. Non a caso il termine “folico”, coniato per la prima volta nel 1939, deriva dal latino “folium” (foglia) come chiaro riferimento ai vegetali a foglia verde e larga che rappresentano la più importante fonte dietetica di questa sostanza idrosolubile.
Oggi sappiamo che la sua assunzione, in quantità adeguate al reale fabbisogno dell’organismo, riveste un ruolo chiave sia nella sintesi delle proteine sia in un momento particolare e delicato come la gravidanza, ricoprendo un’importante funzione preventiva nei confronti di preeclampsia, aborto spontaneo, distacco della placenta, malformazioni fetali e morte intrauteriana.
Ma quali sono i benefici dell’acido folico? E quali sono i rischi legati alla carenza di folato prima, durante e dopo la gestazione? In questo articolo cercheremo di rispondere a queste e ad altre domande che molte future mamme si pongono.
Quali sono i benefici dell’acido folico negli adulti?
Come già anticipato, l’acido folico è una sostanza organica fondamentale per la salute dell’organismo senza distinzioni di genere o età. Certo, in alcune circostanze particolari (come appunto la gravidanza) una sua corretta integrazione si rivela assolutamente vitale, ma nessuno si deve sentire “dispensato” dall’assumerlo in quanto capace di apportare benefici di diverso genere.
Oltre a interviene nella sintesi cellulare delle proteine, del DNA e dell’emoglobina, contribuisce a regolarizzare i livelli ematici di aminoacido omocisteina riducendo il rischio di patologie cardiache, infarto e malattie vascolari.
Necessario tanto ai bambini quanto agli adulti per la formazione dei globuli rossi, interviene in diverse reazioni chimiche legate al metabolismo degli aminoacidi e degli acidi nucleici, fornendo un valido aiuto contro l’insorgenza di alcune forme di anemia. Si tratta, dunque, di processi fisiologici fondamentali che permettono alla sostanza di essere presa in considerazione nella prevenzione di numerose malattie infiammatorie, cardiovascolari e neurodegenerative.
Quindi, perché si prende l’acido folico? La risposta a questa domanda appare abbastanza ovvia, visto che la sua adeguata presenza nell’organismo contribuisce al mantenimento dell’integrità cellulare, prevenendo molti rischi di natura cardiovascolare, metabolica e neurocerebrale.
Acido folico in gravidanza: a cosa serve e come assumerlo
Dal momento che nel corpo umano le cellule che si riproducono con maggiore frequenza sono quelle del sangue (globuli rossi) e considerato che questa produzione si rivela particolarmente attiva durante lo sviluppo del feto nel periodo gestazionale, è facile intuire quanto un corretto apporto di acido folico durante la gravidanza sia fondamentale per la normale evoluzione dell’embrione e, in particolare, per la formazione della colonna vertebrale e del midollo spinale.
Insieme alla vitamina B12, la folina svolge anche un’importante funzione antianemica e riduce le probabilità di deficit mentale e malformazioni congenite, come la spina bifida, la labiopalatoschisi e alcuni difetti cardiaci.
Come per tutte le altre vitamine, il fabbisogno quotidiano di acido folico è molto basso (circa 0,2 mg), ma visto che durante la gravidanza il feto utilizza quasi tutte le riserve materne per la riproduzione delle cellule, le future mamme dovrebbero assumerne una quantità doppia attraverso l’alimentazione o sotto forma di integratori di acido folico qualora la sola dieta non fosse sufficiente a garantire un equilibrato apporto del nutriente.
Quando si inizia a prendere l’acido folico?
Negli alimenti la vitamina B9 è contenuta sotto forma di folati e viene convertita in acido folico dal nostro organismo dopo l’assunzione. I cibi che ne contengono di più sono i cereali, i legumi (fagioli, piselli e ceci), il fegato, gli agrumi e soprattutto le verdure a foglia larga di colore verde scuro, come spinaci, asparagi, carciofi, cavoli e broccoli.
In quantità minori è presente anche nelle bietole, nella frutta secca (specialmente noci e mandorle), nelle uova, nel lievito di birra e in alcuni formaggi. In genere, una dieta sana ed equilibrata è in grado di assicurare il giusto apporto di acido folico per la produzione di nuove cellule, ma in alcuni situazioni particolari – come l’inizio di una gravidanza – il solo apporto alimentare potrebbe non essere sufficiente a coprire il fabbisogno giornaliero richiesto dall’organismo della madre e dal bambino.
Premesso che la dose ottimale di vitamina B9 in gravidanza è di 0,4 mg al giorno, per prevenire l’aborto spontaneo, le malformazioni congenite e la limitata crescita prenatale è fondamentale sapere che lo sviluppo del feto inizia già a partire dal concepimento, ossia quattordici giorni dopo l’inizio dell’ultimo ciclo mestruale.
Dal momento che al termine della quinta settimana gestazionale iniziano a svilupparsi il cuore e il sistema nervoso dell’embrione, per prevenire patologie malformative del tubo neurale come l’anencefalia (che di solito porta alla morte intrauterina del feto) e la mancata chiusura dello stesso (spina bifida), è fondamentale intervenire prima dell’inizio della gestazione.
Pertanto, la futura mamma (soprattutto se sta pianificando di avere un figlio o non ne esclude la possibilità) dovrebbe iniziare ad assumere acido folico almeno trenta giorni prima di rimanere incinta e fino alla fine del terzo mese di gestazione. Quindi smettere di fumare, limitare l’assunzione di alcol, acquistare una buona fascia per gravidanza e iniziare a prendere degli integratori di folina (o raddoppiarne l’apporto attraverso la dieta) sono tra le cose fondamentali che una donna che progetta di avere un figlio deve mettere in conto prima che il test dia il tanto atteso risultato positivo, il tutto ovviamente sempre dietro consiglio del proprio medico.
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