Prurito in gravidanza, quali le cause e come porre rimedio

Ultimo aggiornamento: 27.04.24

 

Il prurito è comune e riguarda circa 2 o 3 gravide su 10. In rari casi può essere un campanello d’allarme da tenere sotto controllo.

 

Il prurito in gravidanza è un fenomeno piuttosto frequente ed è la naturale risposta alle trasformazioni che riguardano in primo luogo la pelle. L’improvvisa dilatazione della pancia, le gambe e i fianchi, possono generare secchezza e per questo prurito. Nella maggior parte dei casi è sufficiente intervenire curando con prodotti adeguati la propria igiene personale, il tipo di indumenti da indossare e verificare di non essere allergiche a nuovi trattamenti, magari quelli contro le smagliature.

Si stima che soffrano di questo disturbo 2 o 3 donne su 10 gravide, quindi si tratta di un disturbo comune che nella maggior parte dei casi non deve allarmare. Solo in rari, a volte rarissimi, casi può essere il segnale di qualcosa di più complesso e che richiede l’attenzione del medico. Si tratta però di disturbi di natura molto invasiva e con manifestazioni cutanee importanti. Vediamo di cosa si tratta.

 

Prurito, un disturbo fisiologico

Le parti del corpo più sollecitate dalle trasformazioni in atto sono la pancia, i fianchi e le gambe. Anche il seno e i capezzoli risentono delle trasformazioni ormonali e di natura fisica che riguardano la gravidanza. Con la dilatazione di queste aree, la pelle si tende e si secca con maggiore facilità. Ecco spiegata, nella maggior parte dei casi, l’origine di questo disturbo.

La manifestazione altrettanto comune del prurito al seno ha la stessa causa, cioè dipende dal fatto che stia cambiando forma e nella maggior parte dei casi si gonfia. L’azione degli ormoni coinvolti nella produzione del latte, inizia già durante la gravidanza a farsi sentire, magari procurando il tipico prurito capezzolo che precede la secrezione di colostro, il primissimo latte che berrà il neonato.

In altri casi, per esempio quando il prurito interessa altre parti del corpo non direttamente coinvolte con le trasformazioni della gestazione, le cause potrebbero essere esterne. Il prurito alla schiena, per esempio, potrebbe essere dovuto al tipo di indumenti che si indossano e che non garantiscono la traspirabilità ottimale. Quando si scelgono i jeans premaman o le magliette a diretto contatto con la pelle, è sempre consigliabile scegliere fibre naturali e materiali anallergici.

Le stesse raccomandazioni valgono quando si lavano gli indumenti, durante la gravidanza si potrebbe registrare una maggiore sensibilità ai residui che lasciano i detersivi e l’ammorbidente. Per abituarsi a farne a meno anche per il bucato del bebè, è consigliabile passare a prodotti naturali e senza profumi aggiunti.

 

Rimedi semplici

Questo tipo di disturbi è di natura passeggera, di solito compare durante il primo trimestre e si esaurisce in poco tempo. Per intervenire è il caso di prestare bene attenzione alle proprie condizioni. Chi soffre spesso di secchezza alla pelle, potrà intervenire con dei massaggi localizzati a base di olio di mandorle. È il più dermocompatibile, significa che si assorbe bene e viene tollerato da quasi tutte le pelli.

Se invece si sta già applicando un trattamento cosmetico magari per prevenire la formazione delle smagliature, è il caso di valutare che non stia provocando una reazione allergica. In questo caso è sufficiente interrompere il trattamento e vedere se il problema rientra da sé in poco tempo.

Casi in cui è utile il parere del medico

In rari casi che riguardano 1 donna su cento o persino sul decine di migliaia di casi, il prurito può essere sintomatico di malattie gravi che non vanno trascurate. Per questa ragione, se i rimedi comuni per contrastare il prurito non sono efficaci, è importante avvisare il ginecologo che segue la gravidanza.

In particolare il prurito ai piedi oppure il prurito alle mani possono essere il primo segnale di una malattia del fegato che potrebbe avere gravi conseguenze per il feto. Si tratta della colestasi gravidica, un tipo di disturbo che potrebbe manifestarsi intorno al secondo o l’inizio del terzo trimestre e portare alla programmazione del parto già dalla 37esima settimana. In questi casi, il fastidio che inizia dalle estremità si trasforma in prurito in tutto il corpo, un segnale da riportare tempestivamente al proprio medico.

Se per esempio si manifesta come prurito alle braccia con eczemi, potrebbe trattarsi di dermatite atopica. Fastidiosa per la madre, non ha conseguenze per il nascituro. Il prurito notturno potrebbe avere cause ambientali da non sottovalutare e che possono essere risolte con facilità intervenendo sugli elementi della stanza in cui si dorme. Il pelo di animali, la polvere, il tessuto delle lenzuola o delle coperte, possono provocare irritazione o reazioni allergiche che disturbano il riposo notturno. In questo caso è importante valutare con attenzione quando e come si manifestano le reazioni e intervenire per comprendere se si tratta davvero di reazioni allergiche.

Quando si soffre di prurito sempre in un punto è importante verificare con attenzione insieme al medico le ragioni di questa manifestazione. Difficile esaurire in questo contesto tutte le probabili cause che possono portare a questo tipo di disturbo, tra le più comuni ci sono le allergie ma in rari casi potrebbe trattarsi di problemi molto più seri e di natura fisiologica da investigare con cura, soprattutto data la delicata condizione in cui ci si trova.

Raccomandazioni

Quel che conta, in gravidanza o durante qualsiasi periodo della propria vita, è trovare il giusto equilibrio tra la scrupolosa attenzione verso i sintomi del corpo e la fiducia nella propria capacità di far fronte ai comuni disturbi. Vi raccomandiamo sempre di rivolgervi al medico per fugare qualsiasi dubbio possa sorgere riguardo la vostra condizione tanto delicata e speciale.

 

 

Vuoi saperne di più? Scrivici!

0 COMMENTI