Parto con episiotomia: quand’è necessario e quali i tempi di guarigione

Ultimo aggiornamento: 28.03.24

 

L’episiotomia è un intervento che consiste nell’incisione del perineo per facilitare il parto. Vediamo insieme quali complicazioni comporta e in quanto si guarisce

 

L’episiotomia è spesso considerata un intervento utile da parte dei ginecologi, ma non sempre è questa la realtà: le conseguenze, infatti, possono non essere così tranquille. Vediamo insieme di cosa si tratta.

 

Episiotomia significato

Parliamo di episiotomia quando indichiamo un’operazione chirurgica che consiste nell’incisione del perineo per allargare l’apertura vaginale. Questa tecnica per il parto viene introdotta nella metà del Settecento e divenne tanto in voga tanto che, negli anni ‘80, era la metodologia più praticata nelle donne al loro primo parto.

 

Episiotomia conseguenze

Il motivo per il quale questa operazione viene espletata è perché, a causa della pressione che viene esercitata, si possa avere il perineo lacerato o ancora un vero e proprio prolasso dell’utero o l’incontinenza. Il problema potrebbe essere anche quello di causare dei traumi cranici al bambino.

Tuttavia, con il passare degli anni, si è visto che questa tipologia di intervento non è poi così tanto protettiva, ma anzi non comporta miglioramenti, al contrario ha un bel po’ di complicazioni, come il dolore rapporti dopo parto e nella zona del perineo.

Pare che questa operazione non protegga né dall’incontinenza e neppure dal prolasso, anzi, una delle sue conseguenze è la perdita di tonicità del pavimento pelvico.

 

La cicatrice

Sia nel caso in cui vengano usati punti di sutura riassorbibili, sia non riassorbibili, la cicatrice resterà lo stesso. Certo, sta sempre alla bravura del chirurgo eseguire una sutura ben fatta, che quindi aiuterà a recuperare anche la sensibilità della vagina dopo il parto.

Tuttavia, la lacerazione parto e, in particolare, quella del perineo, è meglio che sia naturale, perché in questo modo si hanno meno complicanze e una cicatrizzazione ben riuscita. 

 

Episiotomia e guarigione

Questo processo richiede tempi abbastanza lunghi, infatti la cicatrice non si secca in fretta, visto che la parte intime in questione non è esposta alla luce o all’aria. Subito dopo il parto il processo di cicatrizzazione può inoltre essere abbastanza doloroso, specialmente in posizioni come quella seduta. 

La durata del processo è soggettiva, ma potrete usare alcuni accorgimenti, come sedersi evitando di fare pressione sulla cicatrice o asciugare la ferita dopo averla bagnata, meglio se non strofinando con l’asciugamano.

 

Episotomia e sesso

Anche se i punti riassorbibili sono spariti, meglio non avere fretta di riprendere i rapporti sessuali e aspettare per lo meno un mese, se verificate che la cicatrice non è del tutto guarita.

In questo caso, infatti, non fareste altro che provocarvi ancora più dolore: rivolgetevi sempre a un esperto, quindi al ginecologo, che può dirvi in che stato si trovano i punti post parto e quindi se potete o no avere via libera. 

 

Quando praticare l’episiotomia?

Non demonizziamo però questa operazione, in quanto ci sono casi specifici nei quali è utile praticarla: i tessuti del perineo devono infatti distendersi e perché ciò accada è necessario che l’utero si contragga. Se ci sono casi in cui il bambino sopporta bene questa attesa, in altri può diventare sofferente e per l’esattezza quando la sua testa è nei pressi del perineo. 

In queste circostanze effettuare il taglio è utile a evitare complicanze, soprattutto per il bambino. Per questa ragione, l’OMS definisce questa pratica oggi dannosa a eccezione di casi specifici, proprio come questo. 

Cosa intendiamo per perineo

Andiamo un po’ più a fondo e cerchiamo di capire cosa significhi esattamente la parola perineo: parliamo di un complesso di parti molli, che chiudono il bacino in basso e che sono coperte dalla pelle. 

La sua struttura è complessa, infatti è composto da tre piani di muscoli, ognuno dei quali costituisce un diaframma. 

 

Perché parliamo di iatrogenesi

Con questo termine si indica di solito quello che, in negativo, viene provocato dai medici e dalla medicina. Il giuramento che fanno i dottori è quello di Ippocrate, che ha come elemento fondante la frase “primum non nocere”: il medico, quindi, deve assicurarsi che l’azione che compie o il medicinale che dà non causino danni al paziente. 

Per questa ragione l’episiotomia deve essere praticata solo ed esclusivamente quando è necessario e non per facilitare ai dottori il parto. Tuttavia esiste una pratica, ovvero il massaggio del perineo, che consente di diminuire le lacerazioni dovute anche all’episiotomia. 

Infatti questo muscolo, anche se si trova in un punto molto intimo, può essere massaggiato in modo da essere ammorbidito e per elasticizzarlo ancora di più. Solitamente si esegue a partire dalla 30° settimana di gravidanza ma, nelle donne che hanno già partorito, è possibile anche iniziare nelle settimane precedenti.

Se volete che abbia effetto, dovrete essere costanti ed eseguirlo ogni giorno, oppure uno sì e uno no, per almeno 10 minuti. Facendo questo, il perineo si allenerà ad allargarsi e quindi diventerà molto più elastico.

La donna, quindi, aumenterà gradualmente la pressione verso il basso, proprio in direzione del retto, ovvero nel punto in cui il bambino premerà con la testa e quando quindi sarà necessario rilassare i muscoli del perineo. 

Riassumendo, l’episiotomia è una pratica utile in alcuni casi, ma che non deve essere eseguita a prescindere, se non si vuole andare incontro a delle conseguenze poco piacevoli, che possono durare anche abbastanza a lungo.

Conoscere gli effetti collaterali ci aiuterà anche a prendere decisioni in merito, per cui potremo stare tranquille e dedicarci a scegliere una camicia da notte per parto anziché domandarci quali conseguenze potremo avere se dovesse accadere.

Se saremo serene, tutto andrà bene e potremo godere del nostro bambino senza alcun problema aggiuntivo!

 

 

 

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