Gravidanza a 40 anni, cosa sapere per viverla al meglio

Ultimo aggiornamento: 19.04.24

 

L’età media della gravidanza si alza in maniera progressiva in gran parte delle nazioni occidentali, l’Italia ha il primato in Europa. Ecco cosa sapere

 

Se fino a pochi decenni fa una gravidanza a 40 anni era considerata un’eccezione e raramente era la prima, questa tendenza oggi si inverte. Da una parte il costante ritardo nell’ingresso nel mondo del lavoro, il progressivo aumento del costo della vita e il difficile adattamento delle entrate per sostenerlo. Dall’altra un orologio biologico ancora tarato ai tempi in cui si viveva nelle caverne e il “mezzo del cammin di nostra vita” aveva già dato ben più d’un erede.

Nelle società occidentali diventa sempre più frequente avere il primo figlio a 35 anni o diventare mamma a 40 anni. Diminuisce progressivamente l’incidenza delle gravidanze nell’epoca considerata più fertile, e quindi associata a migliori condizioni per la madre e il nuovo individuo.

Vivere una gravidanza serena sembra essere più difficile quando si supera una certa soglia d’età. Il ricorso alla medicalizzazione del processo diventa più radicale e spesso riguarda anche le fasi precedenti la fecondazione. Le probabilità di rimanere incinta diminuiscono col passare degli anni insieme all’aumento dell’incidenza degli aborti spontanei, per questo molti ginecologi consigliano di iniziare trattamenti ormonali mirati in prospettiva.

D’altra parte, i genitori più maturi si dimostrano ben più attenti e amorevoli nei confronti dei propri figli rispetto a chi li ha avuti intorno ai vent’anni. Le ragioni sono da ricavare tra numerosi fattori, tra cui una maggiore agiatezza, o la migliore consapevolezza di sé e del proprio ruolo.

La fertilità femminile a 40 anni

I miei figli sono nati quando avevo 33 e 36 anni e per un pelo non c’è stato un ter ai miei 39. Una cara amica invece ha fatto cinquina quest’anno che ne suonerà 42. È bene ribadire che le probabilità di rimanere incinta diminuiscono ma non si azzerano del tutto superata la fase di maggiore fertilità. Cioè tra in quella compresa tra i 25 e i 29 anni.

Ma rimanere incinta a 40 anni naturalmente spesso ha a che fare con una seconda o una terza gravidanza, quando il corpo ha già una certa dimestichezza con tutta la faccenda delle nausee mattutine, la dose potenziata di ormoni e tutto il rivoluzionamento degli organi interni a passeggio per il tuo tronco.

Le donne devono far tutto: dimostrare di valere quanto e più degli uomini, conquistare una posizione, avere uno stipendio decoroso, arredare e amministrare casa e valutare se sia il caso di comprare una bilancia per neonato. Non è certo un mistero che l’età in cui si ha il primo figlio si sposta sempre più verso gli anta.

 

A cosa fare attenzione superati i 35 anni

Il corpo di ogni essere vivente va incontro a un naturale declino, per rallentare il processo l’unica strada da seguire è vivere nelle migliori condizioni possibili. Quindi, chi ne ha la possibilità deve curare l’alimentazione, evitare la sedentarietà, curare il corpo e la mente con dedizione. Illudersi che la giovinezza durerà per sempre non aiuta, né a prepararsi per la gravidanza né in seguito nel diventare genitori.

Quando si consiglia come migliorare l’ovulazione dopo i 40 anni si insiste molto sull’importanza di abbandonare le cattive abitudini, come il fumo o l’alcol. Si suggerisce anche di avere rapporti frequenti, la ragione? Non è solo la donna a invecchiare: anche la vitalità degli spermatozoi è compromessa con l’avanzare dell’età e così si accorcia il tempo in cui rimangono attivi dentro l’apparato genitale femminile in attesa delle sole 24 ore al mese in cui l’ovulo sarà maturo.

Chi decide di avere un figlio passata questa soglia d’età spesso ricorre alla farmacologia. Che si tratti di trattamenti ormonali o di fecondazione assistita, la scienza aiuta a coronare un sogno. Ma tutto questo non è gratis.

Da una parte le statistiche si riferiscono ai figli nati “in provetta” come più amati, perché nati dopo un grande impegno da parte dei genitori, e anche più realizzati perché nati da genitori più agiati, consapevoli e maturi. Rimane, però, la difficoltà di fondo che fa parte dell’essere genitori e che si aggrava quando non si può contare sulla freschezza della propria gioventù.

 

Gli esami da fare in gravidanza dopo i 35 anni

Da un paio d’anni l’amniocentesi e la villocentesi sono stati rimossi dagli esami a carico del SSN per le gestanti dai 35 anni. Eppure, con il passare degli anni aumenta il rischio che il feto sviluppi delle anomalie cromosomiche, che si evincono con questi esami invasivi già durante la fase intrauterina. I test sul DNA fetale, il bi o tri test e le ecografie che si fanno durante il primo e il secondo trimestre, hanno anche potere predittivo e sono usati per diagnosticare malattie gravi.

Per il resto, non varia il tipo di accortezze da seguire durante la gravidanza. Quindi bisogna prestare grande attenzioni a specifiche infezioni virali, come quelle da citomegalovirus, rubella virus responsabile della rosolia, toxoplasmosi. Anche il diabete gestazionale e i picchi di pressione che portano alla eclampsia rappresentano elementi di rischio da tenere sotto controllo.

L’attenzione deve essere alta durante tutto l’arco della gravidanza perché avere 35 anni è associato ai fattori che aumentano il rischio di morte fetale. Quando cala il rischio di aborto, che per definizione si intende dalla fine della 28 settimana fino alla 37 settimana, è importante continuare a prestare massima attenzione alla propria condizione fisica.

 

 

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