Il controllo del peso in gravidanza è funzionale a mantenere mamma e bebè in buono stato di salute
È una convinzione ancora difficile da sradicare quella che vuole che la donna incinta debba mangiare per due. Si tratta di un antico retaggio della cultura contadina che riservava, quando possibile, qualche privilegio in più alle gestanti in tempi di assoluta ristrettezza. Oggi si considera, invece, che l’alimentazione regolare che ha una donna in età fertile sia sufficiente a garantire risorse adeguate alla mamma e la crescita del feto.
Anche se non esistono dati uguali per tutte le donne, è importante considerare degli intervalli di accrescimento consigliati in base alla condizione di partenza. Infatti, è necessario operare delle distinzioni in base alle condizioni di partenza della donna. Eccessivo sovrappeso così come il sottopeso possono rappresentare casi limiti cui prestare particolare attenzione.
Perché non si deve mangiare per due
L’accrescimento del feto non dipende direttamente, o soltanto, dall’alimentazione della madre. È chiaro che se questa assume uno stile alimentare gravemente limitato e irregolare, il feto subirà dirette conseguenze durante il suo sviluppo. Ma nella maggior parte dei casi, la sua crescita sarà possibile condividendo con la madre i pasti che faceva normalmente prima di essere incinta.
Il peso in gravidanza riflette fattori diversi. Insieme all’accrescimento del feto si deve tenere conto del peso del sacco amniotico. Questo è il momento di comprare il reggiseno per allattamento: un leggero aumento ponderale è funzionale alla produzione del primo latte. Non serve dunque mangiare di più di quanto si faccia normalmente. Del resto è bene considerare che sforzarsi di alimentarsi quando si patiscono le nausee tipiche del primo trimestre è un sacrificio senza molto senso.
Infatti, in questa prima fase l’accrescimento del feto non subisce dirette conseguenze da un minor apporto calorico, purché limitato nel tempo. Quel che conta è mantenere uno stile alimentare vario e ricco di nutrienti essenziali per il corretto funzionamento dell’organismo della madre e, di riflesso, per lo sviluppo del feto.
I chili in gravidanza cominciano ad accumularsi solo dopo il primo trimestre e si manifestano superata la seconda metà della gestazione. Si comincia a notare la gravidanza dal quinto mese quando l’aumento è nei limiti.
Le condizioni di partenza sono rilevanti per valutare il peso ottimale
Secondo uno studio recente pubblicato dal Journal of American Medical Association (Jama), per determinare il corretto aumento ponderale si deve considerare il peso di partenza. Quindi non bisogna considerare un valore assoluto, ma relazionarlo direttamente a quello del peso prima della gravidanza. Stilando un grafico dell’aumento di peso in gravidanza, si nota come le curve differiscano in maniera sostanziale in base alla condizione zero.
Per determinare se il peso è nella norma o no, si usa un indice valido in misura diversa per uomini e donne. È l’indice di massa corporea. Si riferisce al rapporto tra il peso effettivo e il peso ideale di una persona a seconda dell’età, del sesso e l’altezza. Il suo calcolo è semplice e si ottiene dividendo il peso in chili per il quadrato dell’altezza espresso in metri.
Esistono anche altri sistemi per rilevare l’effettiva condizione dell’individuo per identificare il rapporto tra massa grassa e magra. Ma in questo contesto, il BMI è un indice adeguato per stimare le condizioni di partenza della gestante e paragonarle all’evoluzione durante la gravidanza.
Sottopeso – Inferiore a 18,5
Normopeso – Compreso tra 18,5 e 24,9
Sovrappeso – Compreso tra 25 e 29,9
Obesità – Pari o superiore a 30
A partire da questi dati viene elaborata una tabella del peso in gravidanza diversa in base alle condizioni di partenza.
Secondo le indicazioni della ricerca pubblicata sulla rivista Jama, l’aumento ponderale dovrebbe assestarsi su questi parametri:
Sottopeso – Aumento compreso tra 14 e 16 chili
Normopeso – Aumento compreso tra 10 e 18 chili
Sovrappeso – Aumento compreso tra 2 e 16 chili
Obesità – Aumento compreso tra 2 e 6 chili
In particolare è utile sottolineare che in caso di obesità con un indice di massa corporea superiore a 30, si identificano tre livelli di gravità fino a un BMI di 40. A seconda della condizione di partenza la tabella di gravidanza assume valori diversi, fino a sconsigliare del tutto l’aumento ponderale.
Quali sono i rischi collegati all’eccesso di nutrizione o denutrizione
Va specificato che in entrambi i casi, estrema malnutrizione o eccessivo peso, il feto può subire gravi conseguenze al suo sviluppo. In linea di massima, il corpo della donna va in una condizione di amenorrea, assenza di mestruazioni, quando si verificano gravi squilibri del peso. Questo vale per entrambi gli eccessi, troppo magra o troppo pesante.
Ma quando la gravidanza si manifesta malgrado le gravi condizioni di partenza quello che si deve monitorare con attenzione è il calcolo del peso del feto. Si tratta di un processo da tenere nella dovuta considerazione perché rappresentano uno stato di criticità sia il mancato sviluppo che quello eccessivo.
Una donna che parta da condizioni particolarmente problematiche, dovrebbe valutare la possibilità di rivolgersi a una nutrizionista. Il parere professionale su cosa mangiare in gravidanza, tabella alla mano, dovrebbe aiutarla a trovare l’equilibrio perduto da conservare anche dopo la nascita del bebè. Gli episodi legati al sovrappeso, i noti, diabete, sindrome metabolica, disfunzioni cardiovascolari, possono essere ereditati prematuramente anche dal bambino se la madre non adotta per tempo provvedimenti.
Dal quarto mese gravidanza, passata la prima fase delle nausee, sarà utile procurarsi il miglior bollitore elettrico per preparare tisane, bere molto e attenuare il senso dell’appetito difficile da contrastare altrimenti.
Nel secondo e ne terzo trimestre, quindi non si dovranno aspettare 24 settimane di gravidanza per valutare i risultati degli sforzi, l’aumento ponderale dovrebbe seguire uno schema preciso.
A seconda delle condizioni di partenza, l’aumento di mese in mese si dovrebbe assestare entro questi limiti:
Sottopeso – 440-580 g
Normopeso – 350-500 g
Sovrappeso – 230-330 g
Obesità – 170-270 g
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