L’ernia ombelicale è facilmente visibile soprattutto quando viene ai neonati o ai bambini: vediamo insieme come contrastarla senza ricorrere all’operazione
Quando parliamo di ernia ombelicale intendiamo definire una protrusione dell’addome, che fuoriesce attraverso l’ombelico. Questa condizione è molto frequente nei neonati o nei bambini molto piccoli, specialmente se di etnia africana, ma anche chi è adulto o anziano può esserne colpito.
Che cos’è l’ernia ombellicale?
Parliamo di ernia ombelicale quando, in corrispondenza della cicatrice che costituisce l’ombelico viene a formarsi una protrusione, ovvero un rigonfiamento che va verso l’esterno. Si tratta di un fenomeno innocuo e molto comune nei più piccoli, anche se può accadere di riscontrarla negli adulti, specialmente nelle donne tra i 35 e i 60 anni.
Tuttavia, se nei piccoli si risolve generalmente in maniera spontanea nell’arco di qualche mese, nell’adulto richiede quasi sempre un intervento ernia ombelicale.
Tipologie ernia ombelicale adulto e bambino
Ci sono diversi tipi di ernia dell’ombelico, che si distinguono in base all’età in cui questo fenomeno si manifesta.
Ernia embrionale: durante lo sviluppo dell’embrione, la parete addominale subisce un arresto. In questo caso si tratta di una tipologia abbastanza grave, che richiede un immediato intervento che vada a ricostruire la parete dell’embrione, se non si vuole andare incontro a malformazioni gravi e che possono mettere a rischio la vita stessa del bambino.
Ernia del feto: in questo caso l’ernia alla pancia compare dove il terzo mese di vita e, anche qui, è richiesto un intervento chirurgico.
Ernia neonatale: si tratta della forma più comune, che si manifesta tra la caduta del moncone e il sesto mese di vita. In seguito alla caduta del cordone ombelicale, infatti, la parete addominale non si chiude bene, per cui si crea questa protrusione. Fortunatamente, in questo caso, non è necessario un intervento, perché la situazione si risolve spontaneamente in circa un anno.
Ernia nell’adulto: dovuta alla perdita di tono dei muscoli addominali, richiede quasi sempre l’intervento chirurgico.
Esiste anche un’altra tipologia di classificazione, che è quella che considera le dimensioni dell’ernia. Quindi, se è inferiore ai 2 cm, parleremo di ernia di piccole dimensioni, se micura tra i 2 e i 4 cm, parliamo di ernia di medie dimensioni, se il diametro supera i 4 cm parliamo di ernia di grandi dimensioni.
Le cause
Quando parliamo del bambino, qui il gonfiore sopra l’ombelico denota l’ernia, che deriva da un difetto della chiusura della parete addominale: infatti, se dopo la caduta del cordone, i muscoli addominali non si chiudono bene, si può verificare proprio questo fenomeno.
Fortunatamente però l’ernia ombellicare nei piccoli è di dimensioni ridotte, infatti, se così non fosse, dovremmo sospettare la presenza di qualche altra patologia, come:
Disturbi legati al metabolismo del collagene e dei polisaccaridi, come la sindrome di Hunter-Hurler, che porta al nanismo o ai ritardi psichici, l’osteogenesi imperfetta, che comporta malformazioni alle ossa e alle cartilagini, e la sindrome di Ehlers-Danlos, che colpisce il tessuto connettivo.
L’ipotiroidismo congenito
La sindrome fetale da idantoina, ovvero un farmaco che si usa per la cura dell’epilessia
La sindrome di Down
La sindrome di Freeman- Sheldon, che comporta anomalie al rachide cervicale e alla conformazione facciale.
Nell’adulto, se si ha dolore ombelico e si verifica l’ernia, si dovrà probabilmente ricorrere all’operazione. Ma quali sono le cause? Spesso il punto è l’aumento della pressione all’interno dell’addome dovuta a:
Accumulo di liquido nell’addome, detto anche ascite
La cirrosi
L’obesità o il sovrappeso
La gravidanza
Sforzo estremo
Ventre flaccido
Tumore all’addome
A tutto questo si deve anche aggiungere una certa predisposizione genetica. Come abbiamo già detto, le ernie ombelicali nel bambino regrediscono facilmente: spesso il medico fascia l’addome del piccolo con una benda elastica contenitiva, che ha lo scopo proprio di diminuire la tensione addominale e quindi di far ridurre più velocemente il rigonfiamento.
Ernia ombelicale intervento: quando è necessario nel bambino?
Anche se non accade di frequente, ci sono casi in cui la terapia chirurgica deve essere usata anche nei più piccoli. Esattamente ciò deve accadere quando:
Il dolore all’ombelico è molto forte
Il diametro dell’ernia supera i 2 cm
L’ernia non accenna a diminuire di dimensioni dopo i canonici 6/12 mesi
Il fenomeno è ancora presente e il bambino ha compiuto 3 anni
Nonostante il bendaggio medico non ci sono miglioramenti nei sintomi
Ci si trova davanti a un’ernia incarcerata o strozzata
Quali terapie usare in alternativa all’intervento?
Quando gli adulti e i bambini affetti da ernia ombelicale non riescono a guarire in maniera spontanea da questo fenomeno, è necessaria l’operazione. Si tratta di un intervento eseguito in anestesia locale, che si esplica praticando un’incisione proprio nella zona ombelicale.
A questo punto il rigonfiamento presente viene spinto verso l’interno, la ferita viene chiusa e il paziente può tornare a casa nell’arco di qualche ora. Per calmare il dolore, a casa potrete assumere paracetamolo, ibuprofene o anche acido acetilsalicilico, che però non potrà essere somministrato se non agli adulti.
L’intervento è risolutivo, per cui non dovrete affrontarne altri in seguito, in quanto l’ernia non andrà a riformarsi. In alternativa potrete provare per i piccoli la fascia elastica, che è meglio sia sistemata da un medico, mentre per gli adulti è importante la prevenzione, quindi mantenere un bell’addome teso e allenato, evitare il sovrappeso o l’obesità.
L’unico caso in cui potrete fare ben poco è la familiarità genetica. Se, inoltre, pensate di prevenire il problema nei più piccoli, per esempio acquistando uno o più cuscini per gravidanza purtroppo potrete fare ben poco, visto che non è in questo modo che il bambino verrà tutelato dall’eventuale formazione.
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