Quali sono i sintomi dell’endometriosi e quali le terapie da seguire

Ultimo aggiornamento: 28.03.24

 

Avete qualche sintomo che non vi fa stare tranquille? Scopriamo insieme se potrebbe essere endometriosi, come si manifesta e quali terapie seguire

 

L’endometriosi è una malattia che interessa le cellule dell’endometrio, ovvero quello che si trova nell’utero, e che incontra non poche difficoltà a essere diagnosticata, proprio per gli aspetti poco chiari che la caratterizzano.

Possono interessare la zona pelvica ma non solo, per cui ci sono vari approcci a questa malattia e vari trattamenti che devono essere rapportati sia allo stadio della malattia, sia a come questa si manifesta sullo specifico paziente. 

 

Cos’è l’endometriosi

Ma esattamente che cos’è l’endometriosi? Parliamo di un’infiammazione cronica ma benigna degli organi genitali femminili, che interessa anche la parte pelvica e che è dovuta alla presenza, in questa zona, di cellule dell’endometrio che, solitamente, si trovano solo nell’utero.

Può manifestarsi con dolori basso ventre e con altri sintomi o addirittura nessuno, ma si tratta, purtroppo, di una patologia molto diffusa, tanto che interessa circa il 10/20% delle donne che si trovano in età fertile e che hanno un’età compresa tra i 25 e i 35 anni.

Nonostante si tratti di una patologia così diffusa, la diagnosi è molto spesso accidentale e avviene durante dei controlli di routine. Se avete dolore pelvico in fase premestruale, la dismenorrea ovvero le mestruazioni dolorose e il dolore durante i rapporti sessuali, potreste avere alcuni dei sintomi endometriosi.

Quando accade di trovarsi in una di queste situazioni, è necessario fare riferimento al medico, l’unico in grado di diagnosticare questa patologia. 

Endometriosi stadi

Sono quattro gli stadi in cui si espleta l’endometriosi e che determinano la gravità e l’estensione di questa patologia, in relazione anche alle varie possibilità di trattamento.

Il primo stadio è definito Endometriosi Minima, caratterizzato da pochi millimetri di tessuto dell’endometrio fuori dall’utero.

Il secondo è detto Endometriosi Lieve e invece fa riscontrare un maggior numero di lesioni, anche di una certa profondità.

Il terzo è definito Endometriosi Moderata e prevede anche la presenza di cisti ovarica endometriosica, che può essere mono o bilaterale e anche tessuto aderenziale o cicatriziale, collocato tra gli organi pelvici.

Il quarto e ultimo stadio è l’Endometriosi Grave, ovvero qui troviamo degli impianti molto profondi e anche grandi cisti, che possono interessare anche tutte e due le ovaie. 

 

Che alimentazione seguire con l’endometriosi?

Gli endometriosi sintomi includono dolore e infiammazione e possono essere ridotti se ci si aiuta con l’alimentazione. Ci sono infatti molti cibi antinfiammatori, infatti, che aiutano a ridurre il fastidio, come quelli ricchi di fibre, ovvero i cereali integrali, la verdura, la frutta, i legumi.

Non sono da escludere tutti i cibi ricchi di acidi grassi Omega 3, che sono presenti nel pesce azzurro, nel tonno, nel salmone e in alimenti come l’olio di oliva, la frutta secca, e altri tipi di oli, come quelli di lino e zucca.

Se si ha maggiore bisogno di questi nutrienti, è possibile assumere anche degli integratori, che aiutano l’organismo a eliminare l’infiammazione, come la vitamina D, la Quercetina, la Curcuma e l’Omega 6.

 

Come affrontare l’endometriosi

Come abbiamo detto all’inizio, molto dipende da come ci si sente: se avete dolori durante il rapporto è il caso di intervenire, ma se non ci sono sintomi e state cercando di avere un bambino, tanto da aver già comprato un cuscino per gravidanza, allora è possibile attendere e vedere come evolve la situazione. 

Al contrario è bene evidenziare in che stadio della malattia ci troviamo, per seguire il giusto trattamento, così da controllare la situazione, seguire un protocollo farmacologico e, quando e se necessario, arrivare anche al trattamento chirurgico. 

Se ci troviamo al primo stadio, la paziente non ha sintomi ma ha degli endometriomi nelle ovaie, si predilige controllare periodicamente il problema, seguendo il decorso della malattia. Se, invece, si hanno dolori durante il ciclo o altre manifestazioni più importanti, ci si sottopone a una terapia farmacologica, che diventa utile anche nei confronti di quei pazienti che sono già stati operati e per i quali si vuole evitare la recidiva.

Anche se queste terapie non sono risolutive, per lo meno tengono a bada i sintomi, migliorando in generale la vita di chi ne è affetto. Parliamo di farmaci che hanno una base di progesterone o anche le pillole anticoncezionali, che eliminano il dolore. 

 

Quando si arriva alla chirurgia?

Decidere di ricorrere alla chirurgia vuol dire valutare attentamente la situazione: solo, infatti, nel caso in cui non ci siano alternative è necessario rivolgersi a questa tipologia di soluzione. Ma il motivo per cui si è tanto cauti è che l’intervento può avere degli effetti collaterali che possono inficiare la capacità riproduttiva della donna.

Quando si asporta la parte endometriosica, infatti, si tende a rimuovere anche tessuto sano, con conseguente riduzione del numero di ovociti e quindi con una diminuzione della possibilità, per la donna, di avere un bambino. 

La tecnica usata di solito è la laparoscopia, per la quale è necessario affidarsi a chirurghi esperti, in grado di ridurre al minimo gli effetti collaterali. Se, quindi, è necessario ricorrere a questa tipologia di soluzione, la nostra raccomandazione è quella di affidarsi sempre a personale esperto, che sappia come agire e che riduca al minimo il rischio di infertilità.

 

Vuoi saperne di più? Scrivici!

0 COMMENTI