Domande Frequenti sul latte in polvere

Ultimo aggiornamento: 19.04.24

 

Chi ha inventato il latte in polvere?

Quando parliamo di latte in polvere intendiamo un derivato del latte vaccino, che viene ottenuto tramite un procedimento di disidratazione che usa il calore come fonte.

Questo metodo venne usato per la prima volta nel XIII secolo e fu successivamente brevettato da Justus Von Liebig, un chimico tedesco, nel 1865.

Questo processo, che possiamo definire di essiccazione, può avvenire con due differenti tecniche: la roller dry o la spray dry.

La prima si svolge in questo modo: si fa passare il latte attraverso due cilindri che ruotano in senso opposto e che, in questo modo, raggiungono una temperatura tra i 130 e i 150°. 

L’acqua evapora e si ottiene così il latte in polvere, di colore giallastro, che viene usato soprattutto per la preparazione della cioccolata e dei salumi.

La spray dry, invece, è l’essiccazione ottenuta per atomizzazione, ovvero si fonda sul principio di nebulizzazione del latte. 

In questo modo si ottiene una maggiore idrosolubilità, che quindi richiederà solo un procedimento di istantaneizzazione, così da essere subito pronta all’uso.

 

Quanto dura il latte in polvere?

Se lo avete già preparato, il latte in polvere dovrà essere consumato al massimo entro due ore se non volete che batteri vari vadano a intaccarlo, mettendo a repentaglio la salute di vostro figlio.

Se, però, dovete prepararlo con lauto anticipo per esempio, perché dovete portarlo in viaggio, dovrete conservarlo in un luogo fresco e asciutto e, in ogni caso, non consumarlo oltre le 24 ore. 

Se, inoltre, vogliamo riferirci alla scadenza del latte in polvere una volta aperto, questo non dovrà essere mantenuto oltre i 10/15 giorni.

In ogni caso, fate sempre riferimento alle indicazioni del produttore, che potrebbero segnalarvi tempi più lunghi o inferiori. 

 

Come sostituire il latte in polvere?

Può accadere che, quando la mamma non può allattare al seno il bambino, questo sia intollerante a quello in polvere e che incontri problemi come le coliche, la stipsi, difficoltà digestive, e così via.

Per sostituirlo in maniera efficace, è possibile preparare in casa delle alternative: il latte sintetizzato in laboratorio, infatti, avrà controindicazioni che non potrete riscontrare se ne creerete uno naturale da sole in casa.

Quelli più indicati per il lattante sono quello di soia, di riso e di mandorle: questi tre elementi, infatti, assicurano, sin dalla nascita, un apporto di nutrienti che soddisfa le esigenze del piccolo.

Inoltre è possibile miscelare queste tipologie tra di loro, in base a tutte le necessità del bambino. 

Per iniziare, è opportuno optare per quello di riso, da alternare anche con quello di soia, mentre è preferibile non abbinare questo con quello di mandorle, in quanto entrambi hanno un alto contenuto proteico. 

Inoltre è possibile darli al bimbo in ogni momento in cui li richieda, vista la grande quantità di acqua che contengono, quindi anche quando il piccolo ha semplicemente sete. 

Quanto pesa un misurino di latte in polvere?

Consideriamo che il latte in polvere deve essere ricostituito in acqua per il 13%: ciò vuol dire che 100 ml di liquido richiedono 13 g di polvere.

Il misurino può solitamente contenere un massimo di 4,5 g di latte, quindi è necessario utilizzare un misurino pieno ogni 30 ml di acqua.

 

Quale acqua scegliere per preparare il latte in polvere?

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, è importante che l’acqua utilizzata per la preparazione del latte in polvere contenga un basso residuo fisso e pochi minerali.

Potrete quindi utilizzare tanto quelle del supermercato, quanto quelle vendute in farmacia, a patto che rispettino questo criterio.

L’accortezza da avere, in ogni caso, è quella di portare il liquido a una temperatura pari a 70°, per eliminare gli eventuali batteri presenti nel latte in polvere. 

 

 

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