Domanda di maternità obbligatoria all’INPS: quando e come farla

Ultimo aggiornamento: 25.04.24

 

Il congedo di maternità obbligatorio implica l’astensione dal lavoro di cinque mesi a cavallo del parto. Vediamo insieme come fare la domanda

 

Domanda maternità obbligatoria: di cosa si tratta?

Parliamo di maternità obbligatoria quando ci riferiamo al congedo ovvero all’astensione dal lavoro riconosciuto per le lavoratrici dipendenti relativo al parto o al periodo che lo precede. Durante questo periodo la madre può ricevere una retribuzione ovvero l’80% dell’ultima giornaliera ricevuta, che si definisce indennità maternità inps.

Questa spetta fin dal primo giorno di lavoro per tutte coloro che sono dipendenti, mentre per quanto riguarda inps gestione separata maternità il congedo è riconosciuto solo se si sono versati almeno tre mesi contributivi.

 

Chi può fare richiesta congedo maternità?

Ecco chi può richiedere il congedo di maternità:

  • Le dipendenti che sono assicurate all’INPS per maternità, incluse le ex IPSEMA;
  • Tutte le operaie, impiegate, apprendiste o dirigenti che avevano già un lavoro in corso all’inizio del congedo;
  • Tutte coloro che sono disoccupate o sospese dal lavoro, secondo quanto dice l’articolo 24 del TU;
  • Le lavoratrici agricole a tempo determinato o indeterminato, che rivestano il ruolo di bracciante, iscritte agli elenchi nominativi annuali per un minimo di 51 giornate di lavoro agricolo;
  • Colf e badanti, secondo l’articolo 62 del TU;
  • Lavoratrici a domicilio;
  • Lavoratrici APU o LSU (secondo l’articolo 65 del TU);
  • Lavoratrici facenti parte della Gestione Separata dell’INPS, che non siano pensionate;
  • Lavoratrici che siano dipendenti di amministrazioni pubbliche (incluse le ENPALS ed ex INPDAP), che sono tenute agli adempimenti previsti dalla legge, in caso di maternità, nei confronti dell’amministrazione pubblica dalla quale percepiscono l’indennità in quanto di questa dipendenti.

Domanda di maternità: a chi spetta?

Secondo gli articoli 16 e seguenti, il congedo maternità parte due mesi prima la data del parto ma è possibile che inizi anche prima se è disposta l’interdizione anticipata da parte della ASL se si tratta di gravidanza a rischio oppure dalla Direzione territoriale del lavoro se quello svolto non è un impiego compatibile con la gravidanza. 

Maternità quanto dura? Dopo il parto durerà tre mesi e, se questo è avvenuto dopo la data presunta, anche i giorni compresi tra questa e quella effettiva. Se, invece, il parto è prematuro, saranno tre mesi più i giorni non goduti, anche se accade che la somma dei tre mesi dopo il parto e i giorni compresi tra la data presunta e quella effettiva vanno a superare il limite di cinque mesi. 

Infine può accadere che duri anche per l’intero periodo di interdizione prorogata, se disposto dalla Direzione territoriale, se il lavoro svolto implica mansioni che non sono compatibili con il parto. 

Secondo la nuova legge e quindi per quanto riguarda il congedo maternità 2019 in alternativa a quanto detto finora, è possibile per le madri astenersi dal lavoro solo dopo il parto, a patto che il medico attesti che ciò può non nuocere né alla mamma né al bambino ed entro i cinque mesi successivi alla nascita.

Se accade che il neonato è ricoverato, la mamma può sospendere il congedo e riprendere a lavorare, per poi riprendere lo stop quando il bimbo verrà dimesso. Tale diritto può essere esercitato solo una volta per figlio.

Se si opera un’interruzione di gravidanza dopo 180 giorni dalla gestazione o il bimbo muore, la mamma può comunque astenersi dal lavoro per il periodo stabilito. I giorni di paternità 2019 o congedo di paternità è riconosciuto quando accade qualcosa alla madre del bambino e per l’esattezza:

  • Se la mamma muore o ha una grave infermità, per cui, quando compila la domanda, deve indicare gli estremi della madre e anche la data di morte, mentre il certificato di infermità deve essere presentato al centro medico dell’INPS o spedito per raccomandata, in una busta ben chiusa.
  • Se la madre ha abbandonato il bambino.
  • Se il bambino viene affidato in via esclusiva al padre che, per accelerare la domanda, potrà allegare una copia del provvedimento giudiziario.

Quella di paternità è uguale alla domanda di maternità, quindi decorre dalla data in cui avviene uno degli eventi di cui abbiamo parlato sopra.

Come fare la domanda di maternità obbligatoria

Questa domanda dovrà essere inviata prima dei due mesi che precedono la presunta data di nascita e, per l’esattezza, entro al massimo un anno dal termine del periodo che può essere indennizzato.

La lavoratrice deve inviare il certificato all’INPS tramite il proprio medico e poi comunicare la data di nascita entro 30 giorni dal momento del parto. Per effettuare la domanda, potrà farsi assistere da un patronato qualsiasi, contattare l’INPS o fare domanda online sul sito della stessa INPS.

Sarà necessario allegare una copia di tutta la documentazione, gli eventuali provvedimenti di interdizione anticipata o posticipata e, se si tratta di adozione, l’autorizzazione all’ingresso del minore. 

 

Quali documenti dobbiamo allegare?

Quello che non deve mai mancare alla domanda di maternità è:

  • La copia della carta d’identità di chi fa la domanda
  • Il codice fiscale di chi richiede la maternità
  • Copia dell’ultima busta paga
  • Il certificato di gravidanza telematico
  • Il certificato di nascita
  • I modelli INPS SR14 o SR01, forniti dal medico curante

E se la si deve fare in ritardo?

Può accadere, ma cosa succede se la domanda viene fatta troppo tardi? Se viene presentata oltre il compimento del settimo mese di gravidanza, si perdono purtroppo i rimborsi per tutto il tempo intercorso tra la data di scadenza della domanda e il momento in cui questa verrà approvata.

Per fare un esempio, quindi, se la mamma continuerà a lavorare e presenterà domanda dopo l’ottavo mese di gravidanza, perderà tutto il mese di congedo e anche l’assegno di indennità.

Per questa ragione, anche se non volete interrompere il lavoro fino al momento del parto, dovrete fare domanda di maternità entro il settimo mese di gravidanza. Dopo di che potrete dedicarvi a tutto ciò che riguarda il vostro bimbo, quindi avere tempo anche per cercare un buon baby monitor.

 

 

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