Come scegliere il miglior cavalletto da pittore

Ultimo aggiornamento: 19.04.24

 

Ci siamo messi subito alla ricerca delle offerte disponibili sul mercato facendo una comparazione tra queste, ne abbiamo individuate 8 della migliore marca che vi proporremo nel dettaglio più avanti.

Per adesso ciò che ci interessa è aiutarvi a comprendere come scegliere un buon cavalletto da pittore.

Una volta che avrete capito quali sono le caratteristiche fondamentali che devono avere i migliori cavalletti da pittore del 2024, sarete in grado di individuare l’articolo giusto per voi tra quelli più venduti online anche da soli.

 

I tipi di cavalletto

L’imbarazzo della scelta non è dovuto solo ai tanti modelli che si possono trovare in vendita ma anche dalla incapacità degli inesperti nell’individuare l’uso specifico del cavalletto. Proviamo a spiegarci meglio.

Se entrate in un negozio di Belle Arti e dite al commesso che volete il miglior cavalletto da pittore, lui vi chiederà di essere più specifici.

Quindi dovrete dirgli se vi serve per il vostro studio, per andarvene a dipingere un paesaggio di campagna, per esporre la vostra opera o magari se quando dipingete vi piace stare seduti e di conseguenza vi serve un cavalletto da tavolo.

Sebbene in alcuni casi le differenze sono evidenti, andiamo a vedere nello specifico le peculiarità di ciascun modello.

 

In studio

Come si può immaginare cavalletti del genere sono richiesti soprattutto da pittori professionisti o che comunque dipingono con un certo impegno.

È un modello solido, ampio e resistente. Si tratta di un cavalletto che solitamente ha un suo posto fisso, raramente viene spostato, ma se pensate di doverlo fare con frequenza, vi conviene un modello provvisto di rotelle.

Come si presenta un prodotto di questo tipo, oltre alle dimensioni e alla solidità? Ha due aste verticali libere di essere inclinate a seconda delle esigenze.

Ci sono alcuni cassetti per riporre l’attrezzatura e non di rado presentano un ripiano per appoggiarci sopra ciò che pare. Un cavalletto da studio può ospitare tele grandi senza perdere stabilità.

All’esterno

Quanti sono i pittori specializzati nel dipingere paesaggi? Tantissimi. Ma un quadro del genere per venire bene richiede di avere il paesaggio davanti agli occhi a meno che non si voglia puntare tutto sulla fantasia.

Se volete andare in campagna e dipingere “l’autunno” avete bisogno di un cavalletto da esterno.

Un cavalletto del genere è facile da trasportare, quindi è leggero oltre che richiudibile e riesce a garantire stabilità anche su terreni che presentano irregolarità. L’oggetto è regolabile in altezza e inclinazione.

Chiaramente, pur potendo ospitare tele di varie misure, un modello di questo tipo è sconsigliato per quelle grandi.

 

Cavalletto a lira

Meno ingombrante di quello da studio ma utile sia per esporre il quadro che per dipingerlo, anche su tele di dimensioni medio grandi, è il cavalletto a lira.

Da aperto è spazioso ma quando viene chiuso riduce tantissimo lo spazio. Precisiamo che pur garantendo una buona stabilità, non raggiunge i livelli dei cavalletti da studio.

Ma, in sintesi, a chi può far comodo un nuovo cavalletto del genere?

Sicuramente ai pittori dilettanti e/o principianti, a tutti quelli che non hanno uno studio dove rinchiudersi a dipingere e che quindi hanno l’esigenza di mettere da parte tela e supporto quando hanno terminato.

Ad ogni modo fa comodo anche ai professionisti che spesso lo usano per fare degli schizzi.

 

Cavalletto da tavolo

Molto spesso bisogna far fronte alla mancanza di spazio che può essere realmente limitato. In casi del genere l’unica soluzione percorribile è rappresentata dal cavalletto da tavolo.

Il principale punto di forza di un prodotto di questo tipo è la sua praticità: occupa poco spazio, si chiude facilmente ed è semplice da trasportare. Alcuni modelli sono a valigetta, così possono contenere anche pennelli e colori.

Il materiale

Principalmente i cavalletti sono costruiti in legno ma se ne trovano anche in alluminio. Il legno preferito per la loro costruzione è il faggio perché è molto resistente, duro.

Conta anche la stagionatura del legno che non dovrebbe mai essere inferiore ai due anni.

 

 

 

 

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