Come fare i primi passi per avvicinare il bimbo all’acqua?

Ultimo aggiornamento: 29.03.24

 

Volete che il vostro bimbo, dopo il contatto con la terra, abbia anche quello con l’acqua?

Si sa che questo elemento è considerato come familiare dai piccoli, che restano a lungo nel liquido amniotico, quando sono nella pancia della mamma.

Ma come lasciarli a galla in totale sicurezza? Vediamo insieme quali strumenti potete utilizzare per aiutarli a divertirsi senza correre rischi.

 

Il salvagente e i braccioli

Il primo impatto con l’acqua può essere reso meno traumatico grazie al salvagente, che è l’oggetto più indicato per i primi mesi di vita.

Questo elemento infatti tiene saldo il bambino grazie alla mutandina o alle cinture, rendendo sicura la nuotata accompagnata dai genitori.

Il vantaggio sta anche nel poter scegliere un modello a forma di animale o di automobile, per aggiungere divertimento al piccolo, che così si rilassa e vive con maggiore piacere il primo contatto in mare o in piscina.

A partire dai due anni di età, però, questo elemento diventa poco utile se si vuole abituare il bimbo al galleggiamento.

In questo caso è consigliabile passare ai braccioli, che devono essere della giusta misura e favorire il movimento dei piedi: infatti questi sono liberi e possono muoversi, mentre il bambino impara a tenersi a galla da solo.

La pinna

Anche questo oggetto risulta essere molto utile per aiutare i bimbi che entrano per la prima volta a contatto con l’acqua: consiste in una cintura che si lega in vita e alla quale è collegata appunto una pinna galleggiante, che permette al bambino di stare su.

In questo modo può provare a nuotare o stare immerso in sicurezza, ma sempre con la costante presenza del genitore, soprattutto nei primi mesi di vita.

Solitamente questo prodotto è usato dai professionisti del nuoto, per insegnare ai piccoli a stare a galla, ma è possibile reperirlo online a un costo molto interessante.

Si tratta quindi di una valida alternativa al classico salvagente.

La tavoletta

Se il bambino è cresciuto e vuole nuotare in autonomia, si può passare dai braccioli alla tavoletta, lo strumento che garantisce un punto d’appoggio ai bimbi che hanno raggiunto una certa sicurezza.

Anche questo strumento consente ai piccoli di galleggiare da soli, muovendo le gambe e passando poi anche alle braccia quando si sentono più sicuri.

Potrete anche in questo caso accompagnarli nel percorso: quando saranno abbastanza certi di poter muovere anche le braccia, passeranno da soli a nuotare in autonomia.

Il consiglio è sempre quello di assecondare le loro esigenze, di non forzarli se hanno paura e di incoraggiarli a fare ogni step, per evitare che possano odiare l’acqua e che quindi si rifiutino di nuotare.

 

 

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