Cosa indica la pancia dura in gravidanza? C’è da preoccuparsi?

Ultimo aggiornamento: 20.04.24

 

Spesso associato alla contrazione fisiologica dell’utero, il fenomeno della pancia che si indurisce durante il secondo o il terzo trimestre è comune e non desta preoccupazioni

 

Tante donne lamentano di sentire la pancia dura in gravidanza, specie durante le ultime fasi o già dal secondo trimestre. La ragione ricade spesso in una fisiologica preparazione dell’utero alla fase espulsiva. È quindi un segnale da tenere sotto controllo ma che non desta preoccupazioni di per sé.

Spesso è solo un piccolo campanello che allerta la futura mamma sull’urgenza di cambiare stile di alimentazione, o evitare di affaticarsi eccessivamente e concedersi una pausa. In altre circostanze, specie se associato a perdite di sangue di colore scuro, è il segnale che qualcosa non sta andando bene e quindi è utile consultare il medico.

 

Quando si indurisce la pancia in gravidanza

In base al momento in cui si presenta il disturbo è possibile determinare di cosa si tratti. Inoltre, il tipo di sintomi associati a questa sensazione specifica può mettere in allerta o lasciare la mamma tranquilla. Avere la pancia gonfia in gravidanza durante i primi giorni in particolare può essere il risultato di cambiamenti ormonali che iniziano a stravolgere l’equilibrio dell’organismo.

Si tratta di un fenomeno comune, una manifestazione alquanto diffusa della variazione dell’equilibrio interno che determina anche un disturbo della digestione e dell’equilibrio fisico in generale. Può capitare di avere durante il primo trimestre la pancia più gonfia che durante i primi mesi del secondo trimestre. Si tratta di una condizione normale e per nulla preoccupante. Nel caso si avvertano anche dei dolori o ci si accorga di perdite di sangue, allora è opportuno contattare il medico perché possa fare la propria valutazione delle condizioni specifiche.

Pancia gonfia e dura durante il secondo e il terzo trimestre

In questa fase della gestazione, il gonfiore e l’inturgidimento possono dipendere dal lavorio dell’utero che inizia a contrarsi. Questi movimenti sono preliminari all’attività espulsiva. L’utero, in quanto protagonista del parto, inizia già da tempo a prepararsi per diventare più tonico e in grado di accompagnare tutte le fasi della nascita.

Ancora una volta, però, è bene tenere a mente che durante tutto questo periodo, il corpo della donna affronta notevoli cambiamenti che possono destabilizzare il normale equilibrio. Sono comuni anche i casi di colite in gravidanza che possono anche sfociare in episodi di stitichezza. Qui sono chiamati in causa gli ormoni che lavorano in una maniera del tutto nuova sugli equilibri fisiologici, oltre all’inevitabile movimento degli organi interni.

Una stitichezza prolungata può causare gonfiore intestinale che si manifesta con l’indurimento della pancia. In questo caso, sarà la stessa madre a dover distinguerne l’origine e farsi consigliare il tipo di intervento più adatto.

 

La differenza tra pancia grossa e utero contratto

È bene considerare che le dimensioni della pancia variano da mamma a mamma. Ma è bene valutare con attenzione da cosa dipende la pancia grande in gravidanza. In alcuni casi la pancia tende a manifestarsi prima che in altri. La fisionomia della donna gioca un ruolo fondamentale. Se si è minute, di piccole dimensioni, la pancia comparirà presto in tutta la sua prorompente bellezza. Mentre chi ha un fisico più imponente, con un’altezza notevole e forme giunoniche, tenderà a mostrare la propria gravidanza solo verso la fine.

Ma è bene non confondere la dimensione della pancia con la contrazione uterina. Questi due fenomeni sono ben distinti l’uno dall’altro. Nel primo caso è bene considerare che una pancia troppo grande potrebbe essere il segnale dell’eccesso di liquido amniotico. Questa eventualità potrebbe essere il campanello d’allarme per la possibilità di sviluppare il diabete gestazionale, patologia da monitorare con attenzione. L’utero contratto, invece, non comporta un ingrossamento della pancia e spesso non è associato nemmeno alla comparsa di dolori.

I segnali da prendere in considerazione

Ogni piccolo segnale ha un suo significato che va letto nel suo contesto. Potrebbe essere difficile per una donna alla prima gravidanza riuscire a comprendere tutti i sintomi che si manifestano durante questo periodo e distinguere quelli gravi da quelli fisiologici. Per questo motivo è utile essere accompagnati da professionisti di fiducia a cui poter chiedere di chiarire dubbi e incertezze.

Nel caso delle manifestazioni di inturgidimento della pancia, si può reagire nella maggior parte dei casi prendendosi un breve periodo di riposo. Se non ci sono altri sintomi, la contrazione dell’utero potrebbe essere il segnale da cogliere al volo per interrompere quello che si sta facendo e prendere una pausa.

Tante donne testimoniano di avere fastidi più gravi se non riescono a rispettare questo momento di riposo nel momento in cui se ne manifesta la necessità. Quindi è utile assecondare la richiesta del corpo e sedersi con le gambe sollevate in una posizione confortevole.

 

Le manifestazioni che mettono in allerta

Quando le contrazioni dell’utero che si manifestano con un indurimento del pancione in gravidanza si accompagnano alla perdita di sangue, allora è utile contattare il medico. Infatti questi potrebbero essere i segnali di un cambiamento nella condizione della cervice dell’utero. Il rischio in questo caso è che la contrazione preceda un parto prematuro, circostanza da evitare il più possibile fino a quando si raggiungono le 37 settimane. Le stesse raccomandazioni valgono per il mal di schiena in gravidanza, per capire quando preoccuparsi è utile considerare l’ora in cui si manifesta il dolore.

È bene ricordare, però, che il mal di schiena rappresenta una condizione comune, dovuta al cambiamento del baricentro per via della pancia bassa in gravidanza, specie durante le ultime settimane. Questa variazione della postura può provocare dei dolori lombari. Ma di solito si accusano alla fine della giornata, quando maggiore è la stanchezza accumulata.

Se è già presente durante la mattina e si protrae durante il giorno potrebbe essere il caso di rivolgersi al medico o all’ostetrica perché valutino la presenza di contrazioni o altri segnali da non trascurare. In questo caso, l’uso di strumentazioni apposite come il monitor fetale e la visita medica rappresentano l’unico modo per fugare ogni dubbio.

Una raccomandazione, seppure alcuni medici lo consiglino, non è il caso di assumere Buscopan in gravidanza di propria iniziativa quando i dolori iniziano a farsi sentire. In molti casi non sono note le interazioni dei farmaci con lo sviluppo del feto, quindi è tassativamente vietata l’automedicazione durante questa delicata fase.

  

 

 

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