Come usare una tela

Ultimo aggiornamento: 18.04.24

 

Siete creativi, amate disegnare ma non avete mai dipinto in vita vostra, tuttavia l’idea di passare da schizzi su carta a un dipinto vero e proprio su tela vi stuzzica, peccato che non abbiate esperienza.

Disegnare su un foglio di carta, infatti, è cosa ben diversa che pennellare su una tela. Ma non scoraggiatevi, armatevi di spirito di iniziativa e in più seguite questi consigli e suggerimenti, che vi saranno utili.

 

Il materiale della tela

Non tutte le tele sono uguali, una delle principali differenze riguarda i materiali. Questa è la prima scelta che l’aspirante pittore è chiamato a fare. Le tele più economiche, ideali per cominciare a fare pratica, sono quelle miste cotone, facilissime da reperire in commercio e adatte per diversi tipi di colore.

Dopo aver fatto esperienza e soprattutto se il vostro stile si concentra particolarmente sui ritratti, vi conviene usare tele di lino, sempre che il vostro budget ve lo consenta, altrimenti potete virare sulle 100% cotone. Se invece ne cercate una con trama robusta, non c’è niente di meglio di quelle di iuta.

 

Come fare l’imprimitura

Le tele generalmente sono vendute con un trattamento speciale detto imprimitura universale. Tele del genere, salvo specifiche esigenze, non richiedono alcun tipo di intervento da parte del pittore che può subito cominciare a dipingere.

Questa è senza dubbio la soluzione migliore per i principianti, si tratta di prodotti che si adattano un po’ a tutti i colori dunque acrilico, tempera, olio ecc.

Se però volete passare a un livello successivo e non accontentarvi dell’imprimitura industriale ma provvedere voi stessi a effettuarla su una tela grezza, sappiate che l’operazione è preceduta dalla fase detta di apprettatura, ovvero, si dà una mano di colla (vinavil 59) diluita con acqua.

La soluzione va stesa sulla tela con un pennello. Non passerà molto tempo prima che asciughi.

A questo punto per l’imprimitura serve del gesso acrilico e colla, la stessa usata per la prima fase. Con la carta vetrata rimuovete eventuale colla in eccesso.

Se il gesso è troppo duro, diluire con acqua. Al centro della tela versate un po’ di gesso e con un pennello stendetelo verticalmente. Se necessario aggiungete altro gesso.

Fate una seconda passata, questa volta in senso orizzontale.

Lasciate asciugare e scartavetrate le imperfezioni se presenti. Ripetete nuovamente la precedente operazione e scartavetrate nuovamente.

Per completare l’opera bisogna impermeabilizzare la tela perché così com’è assorbirebbe buona parte del colore. Per questa seconda operazione si utilizza nuovamente la miscela di colla e acqua stendendola prima verticalmente e poi orizzontalmente.

 

Scegliere il giusto cavalletto

Insieme alla tela è necessario avere un cavalletto, altrimenti dipingere potrebbe rivelarsi alquanto scomodo.

Sul mercato ci sono varie tipologie di questi oggetti, pensati per sostenere le tele e per essere facilmente trasportabili, per chi vuole immergersi nella natura per dipingere un bel paesaggio o una vista mozzafiato.

Solitamente i cavalletti sono realizzati in legno di faggio, un materiale che si rivela ottimale perché robusto e resistente, pur non gravando in modo eccessivo sul peso complessivo.

In linea di massima i cavalletti si dividono in quattro categorie, a cominciare da quelli da studio, solitamente di dimensioni ampie e pensati per essere utilizzati al chiuso senza doverli spostare di frequente. Di solito hanno anche cassetti e spazi per ospitare colori e pennelli.

Un’alternativa è rappresentata dai cavalletti da campagna, studiati per un utilizzo all’aperto e dunque più leggeri, semplici da trasportare e con una forma tale da adattarsi anche ai terreni irregolari.

A seguire ci sono quelli da tavolo, pensati per i più giovani o per chi è alle prime armi e che sono i meno ingombranti, visto che si possono collocare, appunto, su un tavolo.

A chiudere il quadro ci sono i cavalletti a lira, che sono i più costosi ed eleganti e per questo utilizzati anche per le mostre e le esposizioni pittoriche.

 

 

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